Se possiedi un immobile o un terreno in grado di generare un reddito, allora dovresti sapere cosa s’intende per rendita catastale e come si calcola nello specifico. Si tratta di un valore determinante per il calcolo delle imposte e in generale per fini fiscali. In casi di compravendite immobiliari conoscere la rendita catastale di un immobile vuol dire prevedere l’ammontare delle tasse da pagare. Approfondiamo l’argomento insieme.
LEGGI ANCHE – Calcolo mq commerciali: la guida completa
Cos’è la rendita catastale
Riprendendo ciò che abbiamo scritto poco sopra, potremmo definire la rendita catastale come il valore attribuito dall’Agenzia delle Entrate a un singolo immobile che genera un reddito. Questo valore è in grado di determinare il guadagno generabile dalla proprietà, mettendo in conto tasse e imposte. Ricapitolando potremmo quindi affermare che la rendita catastale è un valore fiscale in grado di stabilire:
- il valore fiscale di un immobile
- il valore catastale
- il valore erariale e la sua redditività
Per entrare nello specifico è corretto menzionare l’importanza di due fattori che definiscono il calcolo della rendita catastale:
- la categoria dell’immobile
- la categoria catastale
Quest’ultima prevede la divisione in 7 gruppi dalla A alla F che ne specificano le caratteristiche:
- Abitazioni e simil-abitazioni (ville, uffici, baite, ecc…)
- Edifici a carattere comunitario o sociale (comprese caserme e ospedali)
- Edifici utilizzati per finalità commerciali (negozi, laboratori, ecc…)
- Immobili con finalità speciali (alberghi, grandi negozi, teatri, ecc…)
- Immobili con finalità particolari (ad esempio luoghi di culto)
- Entità urbane (ad esempio ruderi e luoghi dismessi)
Oltre ai due fattori menzionati, altri due elementi contribuiscono al calcolo: la dimensione dell’immobile, che comprende il numero di vani, i metri cubi e quadrati (divisi per consistenza e classi A, B,C); e l’estimo, un valore che viene assegnato in termini numerici a seconda dell’ubicazione dello stesso immobile.
LEGGI ANCHE – Come affittare casa: tutte le regole da seguire
Attribuzione della rendita catastale
Una volta ottenuta l’agibilità di un immobile, il proprietario deve recarsi all’Agenzia del Territorio per richiedere l’attribuzione della rendita catastale. Qualora la rendita risultasse diversa da quella proposta, si può ottenere un ricorso che la stessa Agenzia del Territorio ha l’obbligo di rettificare entro un anno. In caso di mancata notifica entro l’anno trascorso, la rendita diventa in automatico definitiva.
Impossibile dimenticare che la rendita catastale si calcola con esattezza grazie a questi dati: comune, sezione, foglio, particella e subalterno. Dati ottenibili dal rogito (compravendita dell’immobile) o richiedendo una semplice visura catastale.
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate, grazie al servizio “Consultazione rendite catastali”, è possibile conoscere qualsiasi informazione sui dati e sulla rendita di un immobile in territorio nazionale censito nel catasto dei fabbricati e nel catasto dei terreni. Sono escluse le province autonome di Bolzano e Trento.
Il servizio è di facile utilizzo, basta inserire i dati menzionati in precedenza:
- Comune
- Sezione
- Foglio
- Particella
- Provincia di ubicazione immobile
LEGGI ANCHE – Valore di capitalizzazione di un immobile: come si calcola?
Rivalutazione rendita catastale
Per la rivalutazione di un immobile, ovvero nei casi in cui un immobile abbia subìto modifiche ancora da dichiarare al catasto o addirittura mai dichiarate, sono molto importanti le categorie catastali che determinano il coefficiente di rivalutazione, che può essere del 5% (categorie A,C e D) o del 40% (categoria B).
Per determinare il valore catastale è sufficiente quindi moltiplicare la rendita catastale per il coefficiente di rivalutazione. Ottenuto il valore si procede a un’ulteriore moltiplicazione con un altro coefficiente catastale variabile legato alla categoria di appartenenza dell’immobile:
- 115,5 per fabbricati abitativi con agevolazione prima casa
- 126 per fabbricati appartenenti a categorie A e C (eccezione per le categorie A/10 e C/1)
- 176,4 per fabbricati appartenenti a categoria B
- 63 per fabbricati appartenenti a categoria A/10 e D
- 42,84 per fabbricati appartenenti a categoria C/1 ed E
- 112,5 per terreni agricoli
Procediamo in ogni caso con un esempio di rendita catastale sulla prima casa. Ecco la formula: Rendita catastale non rivalutata (individuata grazie alle informazioni precedenti) X Moltiplicatore prima casa (115,5).
Fatta la moltiplicazione si otterrà il valore catastale della prima casa. Ogni moltiplicatore può variare e aggiornarsi, pertanto è sempre consigliato rivolgersi a un professionista che sappia cosa fare.
Noi di CENTURY 21 Italia siamo sempre a tua disposizione. TROVA IL TUO AGENTE CENTURY 21.